Norme generali per la redazione dei testi

in vigore dal 1 gennaio 2018

INDICAZIONI PER IL TESTO

1. CAPITOLI E CAPOVERSI

Il testo va articolato possibilmente in capitoli titolati. I capoversi vanno sempre rientrati.


2. LE CITAZIONI DI BRANI

– I brani citati di altri autori o di documenti d’archivio fino a tre righi vanno posti in tondo tra virgolette basse («…»); le citazioni nelle citazioni vanno indicate con virgolette alte doppie («…”…”…»).

– I punti di sospensione tra parentesi tonde (…) si usano per indicare parole omesse all’interno della citazione. Le parentesi quadre [ ] si usano per indicare le integrazioni al testo citato o gli interventi dell’autore.

– Se il brano è di oltre tre righe va posto senza virgolette in corpo più piccolo (un punto in meno rispetto al testo), a capo, spaziato dal testo principale e rientrato rispetto allo stesso.


3. L’USO DELLE MINUSCOLE E DELLE MAIUSCOLE PER LE INIZIALI

– minuscolo per i nomi di cariche e qualifiche (prefetto, ministro, vescovo, re, principe, preside, camerlengo, imperatore…);

– maiuscolo per gli aggettivi sostantivati per indicare gli abitanti di uno Stato o di un territorio (i Francesi, gli Italiani, gli Aquilani…);

– maiuscolo per gli aggettivi sostantivati per indicare un’area geografica (il Teramano, il Mantovano…);

– maiuscolo per le epoche o i periodi storici (il Trecento, l’Umanesimo, gli anni Trenta / Quaranta…);

– maiuscolo per le parole Stato e Chiesa se indicano l’ente (… i rapporti tra Stato e Chiesa; Archivio di Stato; ma chiesa di S. Bernardino);

– per i nomi di enti, magistrature, uffici, istituzioni ecc. si userà il maiuscolo solo per le iniziali (Archivio Capitolino; Biblioteca Vaticana; Ministero degli Affari Esteri; Camera della Sommaria…);

– il nome comune che indica genericamente circoscrizioni territoriali o forme di governo o magistrature (regno, ducato, monarchia, repubblica, provincia…) va in minuscolo, a meno che non indichi l’istituzione specifica;

– per la parola ‘santo’ si seguirà il seguente criterio:

– maiuscolo e per esteso per le denominazioni geografiche (San Benedetto in Perillis);

– S puntato e maiuscolo per la denominazione di chiese (chiesa di S. Bernardino, ma chiesa dei SS. Cosma e Damiano);

– doppia S puntata, la prima maiuscola e la seconda minuscola per l’abbreviazione della parola santissimo/a (Ss. Trinità);

– minuscolo e per esteso se si parla di un santo e delle sue vicende (san Francesco);

– maiuscolo se usato per antonomasia (la vita del Santo).


4. ALTRE INDICAZIONI

– Il corsivo è riservato alle citazioni e parole latine e straniere.

– Le virgolette alte doppie (” “) vanno utilizzate per evidenziare termini o espressioni particolari.


INDICAZIONI PER LE NOTE

1. I RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

NOME DELL’AUTORE: iniziale maiuscola del nome puntata e cognome indicato per esteso in maiuscoletto. Quando si tratta di opera con più di tre autori i loro nomi si omettono e il testo va indicato sotto il titolo, cui si fa seguire il nome del primo autore con l’indicazione ed altri.

TITOLO DELL’OPERA: (saggio o volume) in corsivo seguito in tondo da luogo ed anno di edizione;

Es.: E. MATTIOCCO, Panfilo Serafini figlio d’Italia, L’Aquila 2011

Per gli Atti dei convegni indicare il titolo del convegno in corsivo, seguito dall’indicazione, in tondo, di Atti del convegno …, aggiungendo in parentesi tonde la località e la data del convegno stesso.

Es. Pievi e parrocchie in Italia nel Basso Medioevo. Atti del VI convegno di storia della Chiesa in Italia (Firenze, 21-25 settembre 1981), Roma 1984.

a) Se si tratta di VOLUME seguirà:

– luogo di edizione, in mancanza di questo s.l. (senza luogo);

– anno di edizione; in mancanza, si indicherà s.d. (senza data), le edizioni oltre la prima vanno indicate in apice (19803);

– numero complessivo dei volumi, in arabo, preceduto da voll. se l’opera è in più volumi; se la citazione riguarda un solo volume si indica con vol.;

– n. pagina/e di riferimento preceduto da p./pp; (e sg./sgg.)

Es.: L. LOPEZ, L’Aquila. Le memorie, i monumenti, il dialetto. Guida alla città, L’Aquila s.d.

b) Se si tratta di SAGGIO in RIVISTA o in una qualsiasi PUBBLICAZIONE PERIODICA seguirà:

– preceduto da in (in tondo), il titolo della rivista o periodico (in tondo) tra doppie virgolette basse («…»);

– il numero dell’annata in arabo seguito tra parentesi dall’anno;

– il n. del fascicolo/i o del numero/i in arabo;

– il n. di pagina/e di riferimento preceduto da p./pp.

Questi elementi sono separati da virgole.

Per i saggi in rivista è opportuno indicare la paginazione completa, ma si deve sempre indicare la pagina di riferimento (es.: pp. 164-178: a p. 175; ma anche solo p. 175).

Es.: A. CAPRILECiviltà della transumanza in «Ulisse», 30 (2009), n. 226, pp. 14-19: a p. 18.

c) Se si tratta di SAGGIO in un’OPERA MISCELLANEA (raccolta di saggi di un singolo autore) o di un saggio in un’OPERA COLLETTIVA (raccolta di saggi di più autori) seguirà:

– preceduto da in (in tondo) il titolo dell’opera miscellanea in corsivo;

– il nome e cognome del curatore/i in maiuscoletto (con l’iniziale del nome puntata) preceduto da a cura di sempre in tondo;

– luogo di edizione (o, in mancanza, di stampa);

– anno di edizione;

– numero del volume in romano preceduto da vol. (se l’opera è in più voll.);

– il n. di pagina/e di riferimento preceduto da p./pp.

Es.: F. SABATINI, L’Aquila e un suo giornale per l’Italia unita in L’Abruzzo per i 150 anni dell’Unità d’Italia a cura di E. Mattiocco, L’Aquila 2014, pp. 117-120.


2. I RIFERIMENTI A OPERE MANOSCRITTE

– il nome dell’autore in maiuscoletto (e secondo la lingua del ms.);

– il titolo in corsivo seguito da ms. in;

– l’ubicazione: indicazione dell’ente che conserva il ms. in maiuscoletto; il nome della città (se non è compreso nella denominazione dell’ente); il fondo di appartenenza in tondo; la segnatura; la paginazione (c./cc.; r/v)

Es.: PINDARUS, De origine pestis, ms. in BIBLIOTECA LAURENZIANA, Firenze, Plut. 2.B.1, c. 23r-45v.


3. I RIFERIMENTI D’ARCHIVIO

– il nome dell’istituto di conservazione nella prima citazione andrà posto per esteso e con le iniziali maiuscole; per le citazioni successive si indicheranno solo le iniziali;

– fondo, serie, e sottopartizioni varie: andranno posti per esteso in corsivo separati da virgola e con l’iniziale di ciascuna partizione in maiuscolo;

– la segnatura archivistica (busta/e, fascicolo/i, sottofascicolo/i, documento/i, carta/e, pergamena/e) abbreviati (b. bb.; fasc. fascc.; s.fasc. s.fascc.; doc. docc.; c./cc./; perg./pergg.) in tondo

Es.: Archivio di Stato di Firenze, Prefettura, Gabinetto, b. 32 Corrispondenza, fasc. 113 Carte personali, cc. 2r-5v.


4. LE CITAZIONI RIPETUTE

– quando l’opera (o documento) è stata citata nella nota immediatamente precedente, si indica con Ivi (in tondo), p.;

– se in una nota si indicano più opere di uno stesso autore, per i riferimenti che seguono il primo, il nome dell’autore si sostituisce con ID.;

– quando l’opera è stata già citata nel corso del lavoro, per le citazioni successive alla prima si ripete autore e titolo abbreviato (1 o 2 parole), senza la formula cit., e il numero di pagina.

– quando si ripete per più volte la stessa istituzione o lo stesso periodico dopo la prima citazione tra parentesi tonde, si dirà: d’ora in poi, con le iniziali di seguito:

Es.: Archivio di Stato di Napoli (d’ora in poi ASN)

Es.: «Bollettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria» (d’ora in poi BDASP)


5. ALTRE ABBREVIAZIONI

cfr.: indica un rinvio specifico

s.l.: senza luogo

s.d.: senza data

n./nn.: indica la nota/e di riferimento.